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Articolo di Pasquale Ferrante pubblicato il 20/7/2020

La Puglia che non riesce a “vedersi” tra vent’anni.
Finita la fase dell’emergenza e dell’agire emozionale siamo tornati ad essere preda dei campanilismi e delle diatribe ideologiche. Rimuginiamo i soliti temi: fisco, riforma del lavoro e della pubblica amministrazione, le infrastrutture, il rapporto con l’Europa, ed altri ormai noti. In Puglia aggiungiamo anche la girandola dei pronostici pre-elettorale e il toto nome sui candidati. Parole, parole, parole mentre sul tavolo rimangono tutti i problemi strutturali che producono disuguaglianze, disparità territoriali, emarginazione, povertà educativa, rigidità e bassa propensione alla produttività nel mondo delle imprese e del lavoro.
Basta. Smettiamola di fermarci sulla parzialità strumentale. Scrolliamoci di dosso la nostalgia e la malinconia per una passato che non può tornare. Non cerchiamo le risposte vecchie a bisogni nuovi. Impariamo dal passato non per replicare ma per rinnovarci nell’attualità. Cogliamo la sfida del nostro tempo, ampliamo l’orizzonte, guardiamo alle nuove generazioni, alla rigenerazione dei nostri territori; insomma, proiettiamo l’idea di Puglia verso il futuro. Guardiamola per quello che è: terra variegata e diversificata, terra che si immerge nel Mediterraneo, porta d’Europa verso il medio Oriente e il Continente africano. Qual è la Puglia che immaginiamo tra dieci-venti anni? Qual è il contesto socio-economico, culturale, urbano, rurale e ambientale nel quale immaginiamo debbano crescere i nostri figli? Quale posizionamento e ruolo immaginiamo per la Puglia nelle politiche di sviluppo nazionali ed europee?
E’ nel rispondere a queste domande come parti socio-economiche abbiamo il dovere di assumerci la responsabilità di realizzare quel patto sociale tante volte invocato. Patto sociale, relazione multidimensionale interattiva e propositiva fra associazioni degli imprenditori, organizzazioni dei lavoratori, esponenti rappresentativi del terzo settore, movimenti civici, che definisce l’autonomia collettiva nella concertazione con le Istituzioni. Rinnoviamo il patto sociale in Puglia, nel sessantesimo anniversario dell’attribuzione della cattedra di diritto del lavoro dell’Università di Bari al Professor Giugni e della pubblicazione del suo saggio “Introduzione allo studio dell’autonomia collettiva”, per riprendere l’itinerario intellettuale utile a trasformare il pluralismo sociale in pluralismo giuridico. Si determinerebbe un confronto su progetto concreto che arricchirebbe il dibattito politico, portandolo oltre la lotteria dei nomi e dei sondaggi. Ma soprattutto, il Patto sociale sarebbe un’assunzione di responsabilità verso i nostri figli, nei cui confronti abbiamo il dovere di non lasciare alcun debito con il futuro della nostra amata Puglia.

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