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Deposito Nazionale Scorie Nucleari … un caso per studiare come mettere sotto assedio lo sviluppo delle economie  locali. 

La decisione governativa di dare vita ad un progetto che compromette gravemente la sicurezza di interi territori e che devia l’attenzione del pubblico su una gestione degli attuali siti distribuiti sul territorio nazionale e che si trovano in grave stato di compromissione (come denunciato da varie inchieste televisive) è a dir poco scellerata.

Faccio qui solo un accenno ai rischi ambientali, della salute delle popolazioni ma anche di sicurezza militare (si pensi a quello che è successo nei giorni scorsi alle centrali nucleari ucraine) collegati alla concentrazione in un unico luogo delle scorie nucleari di tutta la nazione. Scelta che nel passato aveva spinto verso la creazione di depositi distribuiti.

Là erogazione delle sovvenzioni (si veda l’articolo del Sole24ore) si può considerare a tutti gli effetti un’esca per prendere all’amo territori il cui futuro verrà a tutti gli effetti compromesso spingendo le popolazioni verso una economia di sussistenza e distruggendo tutte le attività economiche collegate alle attività enogastronimiche e turistiche a cui ittita l’Itala e’ vocata. Un destino che nessuno può augurare neppure al più acerrimo nemico.Il processo di individuazione dei territori prescelti a divenire sede del deposito nazionale delle scorie nucleari è allo stesso modo terrificante in quanto la scelta è stata operata sulla baseJ di vecchie valutazioni (il che testimonia la noncuranza, la leggerezza e la scarsa professionalità con cui i territori sono stati individuati) ed ha posto i territori di fatto in una situazione di aggressione utilizzando una vera e propria logica di guerra. I territori, a loro volta, hanno dovuto difendersi nel miglior modo possibile e molto spesso chiedendo l’intervento specialistico e volontario dei propri cittadini e delle istituzioni locali.

Allego per comodità di consultazione l’articolo del Sole24ore ore di questa settimana che mi è sembrato carente nell’esame anche di questi aspetti e le reazioni della Regione Puglia (già martoriata dal triste caso dell’ILVA), del Parco Nazionale dell’Alta Murgia e dell’Ordine dei Geologi Pugliesi che mostra ancora una volta come queste scelte in Italia vengono effettuate.

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