Hai domande? info@laverdevia.it   +39 345 414 6026   +39 345 414 6026
Youtube Facebook

Festival dell’economia civile – Campi Bisenzio (Firenze) – 17/11/17

I comuni di Gravina e Irsina, gli splendidi territori che si distendono tra i due comuni e gli eventi realizzati dalla “verde linea – green way” sono stati l’argomento della piccola presentazione che ho avuto l’onore di tenere questa mattina nel contesto del festival dell’’economia civile organizzato a Campi Bisenzio, un borgo alle porte di Firenze.

Il giornalista Salvatore Giannella che ha animato il workshop “Vivere connessi e contigui”, ha organizzato e collegato in una precisa trama i singoli interventi con l’internto di portare fuori dal cono d’ombra pratiche buone e utili per la comunità. E stato importante per la verde linea scoprire che il lavoro svolto in questi mesi è stato ritenuto interessante tanto da proporlo agli amministratori, imprenditori, professionisti e liberi cittadini che sono intervenuti all’evento.

E’ stata l’occasione per la verde via di far conoscere le iniziative intraprese e stringere connessioni con uomini e donne che sono animati dalla convinzione che la cura del nostro territorio sia la strada per costruire un futuro migliore e che noi tutti non possiamo lasciare il nostro destino alla mercé di un sistema di governace che opera con una visione di breve periodo, che misura i risultati solo sul presente trascurando di elaborare una visione prospettica sostenibile e di mettere in atto adeguate azioni di indirizzo.

Qui di seguito vengono elencate le altre testimonianze raccolte nella mattinata:

Ivan Butina – consulente della Banca Mondiale

IIvan ha parlato dell’mportanza della creazione di meccanismi connettività tra gli individui e dei rapporti tra le persone in una società complessa come quella in cui viviamo.

Le nostre organizzazioni (sociali o economiche), non solo devono favorire la connessione tra gli individui, ma devono confrontarsi attivamente anche con l’esterno, consapevoli che, molto spesso, le soluzioni a problematiche interne possono essere ricercate rivolgendo lo sguardo fuori dall’organizzazione di appartenenza.

Se la tecnologia ci ha aperto porte e attività inimmaginabili fino ad ora, è anche vero che è necessario instaurare rapporti continui e forti all’interno delle comunità.

Alberto Ferrini – sindaco di Castelnuovo val di Cecina 

Castelnuovo di Cecina è un borgo medioevale caratterizzato da fonti termali naturali che lo configurano come una piccola Islanda nel cuore della Toscana.

Il borgo, seppure splendido, è afflitto comunque dal fenomeno dello spopolamento, problema che affligge in generale l’intera regione.

Il lavoro svolto dalla cittadinanza e favorito dalla visita di personalità eminenti, ha reso possibile la riscoperta dei luoghi e delle identità.

Il sindaco ha evidenziato che, proprio in questo luogo, lontano dalle vie più note del turismo toscano, è stata creata una sala della musica e un auditorium in cui vengono organizzati corsi e stage a cui partecipano i musicisti più promettenti provenienti anche da università straniere.

Il sindaco ha concluso il suo intervento invitando tutti a impegnarsi operando nei propri luoghi e per i propri luoghi. Solo in questo modo le comunità riusciranno a progredire maggiormente e più velocemente.

Daniele Kihlgren.- Santo Stefano di Sesania 

Daniele Kihgren, giovane imprenditore italo-svedese, ripercorre il suo viaggio in moto nel centro Italia e l’incontro con il paese abbandonato di Santo Stefano di Sessania. Nel momento dell’arrivo nel borgo deserto e abbandonato Daniele ha compreso che la povertà poteva diventare elemento di crescita e sviluppo. Lui non ha fatto altro che rendere efficiente l’abitato, ripulire il borgo e invitare i turisti a provare un’autentica esperienza di vita rurale.

Il progetto di tutela del borgo ha avuto importanti ricadute economiche che hanno permesso la rinascita di un abitato considerato oramai perduto e la creazione di nuovi posti di lavoro.

Daniele, tuttavia, ha ricordato il rischio in cui incorrono i patrimoni storici che rischiano di perdere la loro identità poiché caratterizzati anche da equilibri molto delicati e fragili e che possono essere distrutti da operazioni di recupero se queste stesse non sono attente non solo alla conservazione degli edifici ma anche degli equilibri paesaggistici che li caratterizzano.

Clemente Iannotta – filosofo

Ha parlato del “laboratorio sull’immaginario”, intervento che conduce da alcuni anni e che gli ha permesso di ottenere impensabili risultati di coesione e di riconoscimento delle identità da parte di piccole comunità. Clemente ha parlato anche dell’esistenza di oggettive difficoltà nel mettere insieme le persone per lavorare su progetti che hanno lo scopo di ricreare le identità lavorando in gruppi e utilizzando strumenti tipici della psicoanalisi.

Clemente ha ricordato che, oggi nella nostra vita, siamo costretti ad essere pronti al cambiamento, ad assumere ruoli differenti in differenti contesti e pertanto dobbiamo continuamente metterci in gioco e questo genera fatica e disarmonia. Inoltre il diffondersi di condizioni di precarietà e di disuguaglianza sociale e la meccanizzazione e perdita o assenza di lavoro sono fattori che acuiscono la tendenza dell’individuo ad isolarsi e a vivere singolaremente la propria esperienza di vita e di lavoro. Tali situazioni sono alla base della crisi della comunità. Pertanto il rafforzamento delle comunità e l’identità dei gruppi non possono trascendere l’esperienza dei vissuti dei singoli individui. Nei gruppi viene ricercata la possibilità di creare una identità e un racconto di se stessi permettendo che sia poi il gruppo stesso a narrarla. In questo modo, consentendo alle persone di raccontare le loro storie, si crea una sorta di mente collettiva del gruppo che riesce a raccontare se stesso attraverso una narrazione comune.

L’imprenditore Valdostano

L’imprenditore, coreano di nascita ma valdostano per adozione, quando, per un puro caso del destino, ha deciso di prendersi cura di una vite antica di 300 anni ha scoperto una sua profonda passione per la coltivazione dei vigneti ed ha successivamente scelto di riporre una tipologia di vino che era dimenticato per il semplice fatto che le grandi imprese vitivinicole della zona non erano interessate alla sua produzione in quanto non la ritenevano sufficientemente redditizia.

La sua passione lo ha portato ad essere conosciuto da piccoli proprietari locali che, pur disponendo di piccoli appezzamenti, non erano più in grado di garantire la adeguata manutenzione. Essendogli stata riconosciuta passione e dedizione, ha incominciato a prendersi cura di piccoli vigneti (oggi ne gestisce 12) garantendo ai proprietari una adeguata e amorevole conduzione delle piante e assicurando così al territorio la conservazione di un importante patrimonio che sarebbe stato altrimenti perduto.

Il vino che produce “Cave monaia” prende il nome del capostipite della sua famiglia valdostana ed e’ in questo momento in una fase di maturazione nelle botti di rovere. Lui prevede che sarà pronto fra due anni circa.

Don Angelo e Esperienza del rione sanità di Napoli

Recentemente sono stati organizzati gli Stati generali del paesaggio che sono uno strumento importante a tutela del patrimonio paesaggistico avendo previsto una pianificazione che include anche interventi sociali ed economici. L’aspetto sociale del paesaggio, ovverosia la capacità di un passeggio armonico e curato di generare situazioni favorevoli al contrasto dei fenomeni di illegalità è stato il tema dell’intervento.

La creazione di opportunità non solo economiche ma anche di aggregazione sociale nel quartiere sanità di Napoli, valorizzando e tutelando l’immenso patrimonio artistico e archeologico del quartiere, è stato l’esempio portato all’attenzione del pubblico. Con un operazione illuminata e di grande visione don Antonio, il parroco del rione che regge cinque parrocchie, ha organizzato i ragazzi del quartiere in cooperativa (La Paranza) che attualmente garantisce lavoro a 20 giovani assunti regolarmente e che si è preoccupata di ripulire, rendere agibili e creare percorsi turistici in luoghi un tempo dimenticati (le catacombe di S.Gennaro e S.Gaudioso, le basiliche, il cimitero delle fontanelle, …). In questo modo sono stati sottratti giovani alla criminalità creando posti di lavoro, si è aperto il quartiere a flussi turistici e i beni comuni sono stati riportati progressivamente al loro splendore fornendo visibilità e lustro ad un quartiere considerato difficile.

Questo è un modello da seguire per combattere il cancro del degrado e della distruzione della bellezza delle nostre piccole comunità. Il parroco sottolinea il fatto che se è stato possibile realizzarlo al rione sanità è sicuramente realizzabile ovunque.

Combattere la bruttezza di opere non finite, di piccoli atti incivili e quotidiani, di paesaggi degradati e violentati significa combattere il degrado etico della cittadinanza.

Mauro Felicori direttore delle reggia di Caserta

L’intervento racconta l’opera di un direttore generale infaticabile che è riuscito a dimostrare come i beni culturali possono essere uno strumento di promozione dello sviluppo.

La reggia di Caserta ha iniziato il lavoro puntando sull’aumento dei turisti portando il numero da 400.000 visitatori l’anno ad un numero di 800.000 in un periodo relativamente breve. L’aumento dei visitatori ha conseguentemente provocato interessanti dinamiche per l’economia del turismo locale creando le condizioni per l’apertura di nuove imprese turistiche nel territorio. La reggia inoltre sta in questo momento promuovendo una visione turistica sistemica del comprensorio casertano creando le condizioni per l’organizzazione di un offerta culturale che includa beni artistici e paesaggistici presenti nel territorio in cui la reggia si inserisce.

Mauro Zenoni – Past president del Polo Energia Umbria 

Mauro ha evidenziato la grande opportunità di sviluppo offerta dall’utilizzo delle energie rinnovambili quale fonte di risparmio non solo dei costi legati all’utilizzo dell’energia in impianti civili, industriali, privati e pubblici ma anche della sostenibilità rappresentata dal l’impiego di fonti rinnovabili quali l’energia solare che sono inesauribili e a costo praticamente nullo.

L’analisi economica dei dati, portata all’attenzione del pubblico, mostra un potenziale di crescita e di recupero di efficienza energetica sostenibile di grande impatto.

Gabriella Lungo – architetto e responsabile della direzione tecnica di Seven’s bo

L’intervento di Gabriella è stato incentrato sulle buone pratiche di rigenerazione e ricostruzione dei luoghi a misura d’uomo. La pratica evidenziata e’ stata quella applicata nella riprogettazione dello Spazio Reale (sede in cui è stato ospitato il convegno). Gabriella ha paragonato la tecnica da lei adottata a quella medica dell’agopumtura sottolineando in questo modo l’aspetto di cura del luogo riportato a nuova vita e restituito alla città di Campi Bisenzio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *