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Fiera di Torre S. Susanna dove – dove ho trovato la speranza per un futuro migliore

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1 maggio 2018 – Ho cambiato repentinamente il mio programma per la giornata dedicata ai lavoratori e mi sono recato, invitato dall’azienda agricola Guarini Roberto, alla fiera di Torre S. Susanna, un comune di diecimila abitanti in provincia di Brindisi. Lunedi ripartirò per Milano e, se da un lato la prospettiva dell’alzataccia che mi aspetta l’indomani mattina per arrivare in aereoporto mi inchioderebbe alla poltrona, dall’altro la voglia di comprendere cosa sta accadendo in questo borgo localizzato tra Mesagne e Manduria mi costringe irresistibilmente ad affrontare un viaggio di 1 ora e mezzo.

Mi accompagnano in questa piccola avventura Marcello, un luminare nel settore dell’agronomia, e Paola.

La Sala delle conferenze e‘ stata allestita in una tensostuttura. L’avv, Vincenzo Marco Leo, Presidente del Comitato Fiera Santa Susanna e il moderatore dr. Antonio Frioli sono accompagnati da un piccolo drappello di imprenditori che, nel corso della serata, racconteranno con umiltà e semplicità le storie delle loro imprese di successo. Nella platea scorgo i volti di persone giovanissime ma anche quelli degli anziani. Tutti i presenti sono intenti ad ascoltare con attenzione quanto i loro concittadini desiderano raccontare.

Stupore, eccitazione e entusiamo sono le sensazioni che descrivono lo stato d’animo in cui sono indotto da quanto ho avuto l’opportunità di vedere e ascoltare.

Il rispetto per il territorio, la biodiversità e la cultura dei luoghi si sono sposati con le competenze tecnico scientifiche degli uomini e delle donne permettendo la nascita di quattro iniziative imprenditoriali degne di essere raccontate come “case study” nelle migliori università. Si tratta di “imprese“ che concretizzano l’idea che l’amore per il territorio, per la propria famiglia e per la natura possono essere anche l’opportunità per la creazione di una alternativa economica al mondo pubblicizzato dalle grandi città sempre più terziarizzate e distanti dalle reali esigenze delle persone in termini di qualità e stili di vita.

Da ognuna delle storie ottengo la conferma che i borghi possono rappresentare un volano di sviluppo l’economia se solo sapranno reinterpretare i propri valori.

1) il sogno di un mondo incontaminato – Azienda agriccola Guarini Roberto – nasce dalla passione per il territorio nutrita da Roberto, un dipendente dell’Ilva di Taranto, che sogna un mondo libero dai pesticidi dove ritrovare il grano antico, coltivarlo secondo le regole della bioenergetica, macinarlo e distribuirlo consentendo alla clientela di non correre i rischi collegati all’ingestione di cibi contaminati. Il suo grande desiderio è quello di poter acquistare un mulino meccanico per produrre autonomamente una farina di alta qualità. In questo momento i suoi prodotti sono ricercati e utilizzati per produrre prodotti da forno e paste di qualità nonostante i prezzi naturalmente più alti.

2) La garanzia di una stretta di mano – Azienda Linoci – Questa, invece, e’ la storia di Giacomo, un giovanissimo laureato in agraria, che, ritornato al suo paese, decide di intraprendere un’attività concepita durante il periodo universitario. L’idea consiste nel produrre e distribuire melograni, un frutto con alte proprietà nutrivitive e curative. Unica nota dolente è rappresentata dalla capacità finanziaria insufficiente a sostenere i primi investimenti necessari ad attivare l’iniziativa.

Il fattore determinante che ha reso possibile la sua “impresa” è rappresentato dal luogo In cui aveva deciso di agire. Quel luogo è il territorio dove aveva vissuto, dove erano vissuti i suoi genitori, e prima di loro i nonni e gli avi. Lui era conosciuto, era stimato, così come erano stimati i suoi parenti. Una stima che arrivava da lontano, da una stratificazione di molteplici azioni svolte da tutti i componenti della sua famiglia rispettosa del territorio e dei singoli membri della comunità. Ora il territorio gli restituiva quanto dato nel tempo riconoscendolgi un’affidabilità che nessun istituto di credito sarebbe stato in grado di certificare, un’affidabilità à che non si inventa in un giorno e non si può documentare ma che è solida ed è la conseguenza di un comportamento etico. Così, con una semplice stretta di mano, un patto tra galantuomini di altri tempi, i suoi futuri formitori gli hanno garantito un credito fiinanziario che gli ha consentito di partire e che è stato nel tempo ripagato.

Oggi Giacomo lavora e vanta significativi contratti per importanti centri di distribuzione ma Giacomo, che è giovane, ha tanti altri sogni e progetti che entusiasmano la platea che rimane ad ascoltarlo.

3) L’esempio del padre. La storia della “La Pruina Vini”, raccontata dalla sig.ra D’Apolito responsabile delle publiche relazioni dell’azienda e sorella del fondatore, ruota attorno alla figura del padre, un appassionato viticoltore che ha saputo trasmettere il suo amore per il lavoro e la coltivazione ai propri figli. Uno fra questi, Pietro, diventato agronomo e dopo avere fatto esperienza in Toscana è ritornato a casa. L’applicazione delle tecniche apprese durante gli studi e la pratica lavorativa gli ha permesso di produrre il suo primo vino che, inviato ad alcuni concorsi internazionali, ha ricevuto riconoscimenti importanti dalla medaglia d’argento al “Lyon internationa competition” del 2014 fino alla medaglia d’oro al “Mundus vini 2016” in Germania. L’amore è stato premiato e l’azienda è avviata con grande prestigio. Il sogno di tutti e di potersi dedicare all’impresa non dovendo più considerarla un secondo lavoro.

3) l’accoglienza del territorio . Slow Made – è l’azienda di Fabio, un giovanissimo laureato calabrese. Fabio precisa all’inizio del suo intervento di non essere nativo di Torre S.Susanna ma di sentirsi uno del posto. Proprio la sua amicizia con uno dei cittadini di Torre Santa Susanna di cui è diventato socio ed il desiderio di creare innovazione connessa al territorio, gli ha consentito di mettere a punto un sistema per l’allevamento delle lumache. Fabio parla del mercato di sbocco , delle opportunità future sia nel campo cosmetico che farmaceutico non trascurando di raccontarci le difficoltà che deve superare quotidianamente.

4) la condivisione dell’esperienza. – Software Agri – Vito Sanitate è un imprenditore nel campo informatico e CEO di Tocode, un impresa pugliese, ma è anche un agricoltore che ha deciso di sviluppare un software per la gestione del giormale di campagna e più in generale per la gestione di un’azienda agricola. L’idea innovativa è quella di concedere gratuitamente l’applicazione a tutti gli imprenditori agricoli con un fattutrato al di sotto di un certa soglia allo scopo di aiutarli a conseguire una gestione più imprenditoriale dell’azienda agricola. In cambio Vito chiede implicitamente, ai clienti – partner, il supporto consulenziale per l’esecuzione di un “beta test” necessario per la messa a punto e il miglioramento del software. Vito punta a distribuire una delle versioni più diffuse di un software per gli agricoltori e a diventare il punto di riferimento per il mercato.

Link

http://www.lapruinavini.com

https://www.slowmade.it

http://linoci.it

https://www.tocode.it

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