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Giuseppe Novello e Rocco Scotellaro

La figura di Giuseppe Novello sintetizza la condizione del bracciante a agricolo del sud Italia a metà del secolo scorso. Giuseppe Novello muore a Montescaglioso nel dicembre del 1949 ucciso dalle forze dell’ordine nel contesto dei movimenti degli agricoltori del sud Italia che lottarono per accedere alla terre demaniali o a quelle che i latifondisti non coltivavano. La richiesta di queste classi di braccianti era di poter guadagnare quel poco di più che gli consentisse di uscire dalla condizione di indigenza in cui versavano (sono gli anni in cui vengono additate con vergogna le condizioni di vita degli abitanti dei sassi di Matera).

A 70 anni di distanza questi personaggi potrebbero sembrare protagonisti sbiaditi di storie di un passato lontano. I figli di questi braccianti sono emigrati nel nord Italia, In Germania in Belgio e in Francia e sicuramente i nipoti sono perfettamente integrati nella società in cui i loro padri scelsero di trasferirsi. Tuttavia come sosteneva Vincenza Castria, moglie di Giuseppe Noviello, in un intervista televisiva tenutasi 23 anni dopo quei tragici eventi del 1949 ” è necessario pensare affinché i nostri figli possano avere un futuro migliore … il mondo deve sapere e cambiare”.

Le parole di Papa Francesco pronunciate questo 1 maggio 2021 (72 anni dopo la morte di Giuseppe Novello) parlano ancora di dignità e lavoro per tutti “.. Imploriamo San Giuseppe Lavoratore affinché possiamo trovre strade che ci impegnino a dire: nessun giovane, nessuna persona, nessuna famiglia senza lavoro!”. Le tematiche per assicurare una giusta redditività dell’agricoltura permangono. La differenza tra il tempo di Giuseppe Novello e il nostro è che la complessità del mondo in cui viviamo è aumentata, i “players” si muovono a livello globale e i piccoli imprenditori agricoli agendo nelle loro aree locali sono schiacciati da queste dinamiche non possono dominare.

Qui di seguito la poesia che Rocco Scotellaro dedicò a Giuseppe Novello e un link al sito in cui ci si può documentare sugli eventi del dicembre 1949

Montescaglioso

Alla vedova di Giuseppe Novello
Mai perso bene questo sole e l’acqua,
ma quando la tempesta vendemmia le vigne
i cani si fanno irosi, addentano,
impazziscono le donne distese nei letti
allora l’ultimo cerchio che fa l’acqua è nostro,
c’è sempre chi getta la pietra nel pozzo.
Tutte queste foglie ch’ erano verdi:
si fa sentire il vento delle foglie che si perdono
fondando i solchi a nuovo nella terra macinata.
Ogni solco ha un nome, vi è una foglia perenne
che rimonta sui rami di notte a primavera
a fare il giorno nuovo.
E’ caduto Novello sulla strada all’ alba,
a quel punto si domina la campagna,
a quell’ ora si è padroni del tempo che viene,
il mondo è vicino da Chicago a qui
sulla montagna scagliosa che pare una prua,
una vecchia prua emersa
che ha lungamente sfaldato le onde.
Cammina il paese tra le nubi, cammina
sulla strada dove un uomo si è piantato al timone,
all’alba quando rimonta sui rami
la foglia perenne in primavera.
Rocco Scotellaro[10]

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