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Il festival della luna e i calanchi 22-26 agosto 2017


Premessa

Su segnalazione di un amico lucano, conosciuto durante una cena milanese di fine luglio, ho visitato la sesta edizione del festival della luna e i calanchi che si svolge ad Aliano in provincia di Matera fra il 22 e il 25 agosto. 

E’ possibile documentarsi sul festival, ideato e diretto da Franco Arminio, sul sito www.lalunaeicalanchi.it dove, oltre al programma, si trovano alcune informazioni logistiche necessarie per organizzare il proprio soggiorno.

Il festival, come si legge sul sito, “è stato concepito non come punto di arrivo, ma piuttosto come punto di partenza; una formula da riempire di contesti con proposte, suggerimenti, eventi che possano dare slancio all’economia ambientale e paesistica esaltando la natura ed i contenuti in essa nascosti. Il crescente elevato interesse di turisti nel visitare e soggiornare in aree protette, contribuisce notevolmente al rilancio dell’economia delle popolazioni locali, creando un flusso di ritorno economico che si espande naturalmente ai paesi limitrofi ed alle regioni confinanti.”

Il titolo del festival parla di luna e di calanchi. Il riferimento alla luna suggerisce il fatto che una parte della manifestazione si svolge dal calare del sole fino al primo mattino quando l’arsura del solleone lascia spazio a fresche brezze e i silenzi della notte si riempiono delle voci dei poeti e delle melodie dei musicisti che accorrono ad animare questi luoghi. Il termine calanchi, invece, indica “quei fenomeni geomorfologici di erosione del terreno che si producono per l’effetto di dilavamento delle acque su rocce argillose degradate, con scarsa copertura vegetale e quindi poco protette dal fenomeno del ruscellamento”. I Calanchi caratterizzano il territorio di Aliano e sono “talmente interessanti ed estesi, da costituire … attualmente un forte richiamo per gli studiosi … Il visitatore che si dirige verso il paese, dopo aver attraversato le ampie valli dei campi coltivati lungo i fiumi Agri e Sauro, all’improvviso inizia a scorgere in lontananza un orizzonte insolito, bianco, quasi irreale …sono (proprio) le gole profonde dei calanchi plasmate dal vento e scolpite dall’acqua.”
L’organizzazione del viaggio

Io e mia moglie Paola decidiamo di partecipare con i nostri due figli; Alessandro di 18 anni e Lorenzo di 13 anni. Quando consultiamo il programma ci rendiamo conto che non potremo essere presenti il 24 e il 25 per precedenti impegni. Pertanto assisteremo alla cerimonia di apertura che si terrà proprio il 22 agosto e seguiremo il festival fino alla tarda serata del 23 quando dovremo lasciare Aliano per tornare a casa. Abbiamo ancora qualche dubbio sul gradimento dell’esperienza da parte dei nostri figli.

E’ oramai quasi la metà del mese di agosto e dobbiamo trovare un posto dove pernottare. Ci affidiamo ad Intenet e ai suggerimenti dell’amico milanese-lucano. Dopo una ricerca abbastanza semplice iniziamo un pellegegrinaggio telefonico fra le strutture presenti ad Aliano e nei dintorni ma le disponibilità sono esaurite. Alla fine troviamo l’albergo “il Gattopardo” a Sant’Arcangelo, una cittadina vicinissima ad Aliano che fortunatamente ci conferma la disponibilità per una quadrupla proprio per la notte del 22/8. Se avessimo voluto soggiornare qualche giorno in più non avremmo potuto perché anche qui è tutto esaurito.

22/8/2017 il viaggio, l’inaugurazione del festival

Il viaggio

Partiamo alle 11.00 circa del 22/8 poiché tutti noi abbiamo inspiegabilmente qualche ultimo impegno da sbrigare prima di partire e nessuno si vuole svegliare presto (ad eccezione di Paola). 

Da Bari, dove ci troviamo, percorriamo in macchina il tratto Bari-Taranto dell’autostrada A4, poi imbocchiamo la Statale Ionica 106 in direzione Reggio Calabria che percorriamo fino a Policoro. Arrivati a Policoro, prendiamo la statale 598 di fondo Val D’Agri sulla quale si trova lo svincolo per Aliano. Il tempo di percorrenza è di due ore circa.

Prima di recarci ad Aliano deviamo per Sant’ Arcangelo dove si trova l’albergo che abbiamo prenotato. Lasciate le valigie, ripartiamo per il festival. Sulla strada decidiamo di fare una sosta per visitare il complesso monastico di S. Maria d’Orsoleo. Il convento, edificato sulla collina di Orsoleo in epoca francescana a partire dal 1474, era un centro di cultura, di educazione e di studio. Il paesaggio collinare punteggiato da grandi alberi di noce è silenzioso e particolarmente tranquillo. L’unica presenza umana, oltre a noi, e’ un pastore in compagnia del suo gregge.

Non riusciamo a visitare il complesso monastico e neppure il museo scenografico perché entrambi sono aperti solo il fine settimana o eventualmente su prenotazione. La giornata successiva cercheremo di telefonare al numero pubblicizzato sulle locandine nei bar del comune di Aliano ma senza poter parlare con nessuno.

Approfittiamo del momento, prima di ripartire per Aliano, per goderci l’aria pulita, la vista incantevole, la temperatura, la brezza che si insinua tra le colline ed il silenzio di questo luogo magico dove il tempo sembra essersi fermato all’epoca dell’edificazione del convento.

Aliano

Arrivati ad Aliano, parcheggiamo la macchina in uno spiazzo che si trova prima del ponte di accesso al paese e sulla provinciale Aliano-Alianello. A piedi entriamo nel paese visitando i luoghi nello stesso ordine con cui gli incontriamo. Sul lato sinistro della provinciale, che si insinua nel cuore della cittadina, si trova la casa dello scrittore-pittore Carlo Levi che fu destinato al confino in questi luoghi e che qui chiese di farsi seppellire. Poi sulla destra della provinciale visitiamo un complesso di alcune antiche case che ora, ristrutturate, costituiscono l’auditorium che, a sua volta, si affaccia su uno scenografico teatro all’aperto. Il teatro ha come fondale il paesaggio dei calanchi e delle colline che si distendono intorno al paese.

Salendo ancora arriviamo in Piazza Garibaldi che troviamo alla desta della provinciale. Man mano che procediamo verso il centro del paese e man mano che il tempo trascorre, l’abitato incomincia ad animarsi con la presenza degli artisti che si apprestano ad allestire le loro opere e i luoghi dove si esibiranno, degli organizzatori e delle persone dello staff, dei commercianti che montano i loro stands e dei cittadini del luogo che, dopo il riposo pomeridiano, sono intenti ad osservare il fermento inusuale del loro paese.

Come noi si aggirano tanti visitatori venuti fin qui per godere di questa quattro giorni di eventi non stop. I giovani sono molti. Alcuni, con passo spedito, si dirigono verso i luoghi destinati al campeggio. Altri hanno zaini e sacchi a pelo, altri le tende da campeggio. I nostri figli si rincuorano. Ci sono anche persone adulte e altre decisamente più avanti con gli anni, alcuni come noi in compagnia dei figli, molti esibiscono delle costose reflex digitali e ritraggono il paesaggio. Conosceremo alcune di queste persone nel corso del nostro breve soggiorno.

La provinciale, che salendo verso il paese delimita su un lato la piazza Garibaldi, permette di affacciarsi sui calanchi e sugli orridi che lo caratterizzano. Lo spettacolo è mozzafiato. Qualcuno con un drone sta facendo delle riprese dall’alto, molti con i cellulari e gli smartphone portano a casa un ricordo di un paesaggio unico.

Ci addentriamo in Piazza Garibaldi, dove si trova il comune e alcuni tecnici stanno allestendo un palco dove nelle prossime serate si esibilirano i musicisti, ci perdiamo nelle stradine del paese cercando Piazza Panevino dove si svolgerà alle 18.00 circa l’apertura del festival.

Il festival

Arriviamo in Piazza Panevino verso le 17.30. Incomtriamo Emar Orante sulla soglia del locale in cui e’ allestito il progetto “nuvola di percore” allestita da Vito Maiellari. Lui viene da Altamura ed è un artista cantastorie che lavora prevalentemente presso la masseria Jesce e con l’associazione Ferula Ferita. Emar (non ci rivela la sua. Era identità) racconta delle sue iniziative a favore della salvaguardia dei luoghi dove viene ancora esercitata la pastorizia e delle ansie causate da una modernità che non rispetta l’uomo, del potenziale inespresso dei territori rurali. Ci invita ad entrare a piedi scalzi e a percorrere la nuvola di pecore e a raggiungerlo in futuro presso la masseria Jesce.

Lasciamo Emar e ci sediamo per terra accanto ad altre persone che stanno aspettando Franco Arminio e le autorità per il discorso di apertura del festival. Nell’attesa tre musicisti si stanno esibendo. Una musicisita pugliese, una musicisita napoletana e Rino Locantore, un musicisita lucano. Cantano canzoni delle loro terre (e non solo) accompagnati dal suono della chitarra e della cumba cumba, uno strumento di cui potremo apprendere la tecnica di realizzazione durante i laboratori che si svolgeranno nel corso del festival e a cui i visitatori potranno gratuitamente accedere.

In un clima clima informale Franco Arminio e il sindaco di Aliano ci introducono alle giornate del festival spiegando il senso dell’iniziativa ed il programma. Fra di noi ci sono person che provengono dalla Puglia, dalla Lucania ma anche dalla Lombardia, dall’Emilia e Romanga dal Trentino e perfino dalla Svizzera e dal Regno Unito.

La presentazione è “poeticizzata” dall’ingresso di Claudia Fabris con il suo progetto che viene da lei definito come “cameriera di poesia”. La Poetessa distribuisce delle definizioni poetiche estratte da Piccolo Vocabolario Poetico che sta scrivendo dall’autunno 2012(così come si legge consultando il suo profilo facebook) e chiede a Franco Arminio, al sindaco e alle autorità intervenute di estrarre da un contenitore un biglietto contene una definizione poetica che poi reciterà pubblicamente. L’artista nel corso della serata continuerà la performance distribuendo le sue definizioni poetiche ai visitatori.

Ci spostiamo poi all’auditorium per assistere al monologo di Ulderico Pesce “FIAT sul collo: la rivolta degli operai di Melfi” che con un esemplare pezzo di teatro civile drammatizza la storia della rivolta degli operai di Melfi avvenuta il 25 e il 26 aprile del 2004.

Dopo una sosta per mangiare verso le 21 presso la Taverna della contadina Sisina torniamo in piazza Garibaldi dove troviamo una nutrita folla che ascolta il concerto di Antonio Infantino e i suoi tarantolati che si esibiscono sul palco allestito sulla piazza in una performance scatenata. Quattro percussionisti, un chitarrista ed una ballerina incantano la folla al ritmo della Taranta.

Terminata l’esibizione a mezzanotte circa, ci spostiamo presso auditorium dei calanchi e assistiamo alla performance di due musicisti, Carmine Ioanna alla fisarmonica da Ponte Romito e Luca Roseto al sax da Cettinari. I brani che interpretano sono tratti dalla raccolta intitolata Irpinia.

Il paese e in pieno fermento con concerti e interventi poetici ma noi decidiamo di rientrare in albergo a Sant’Arcangelo. Sulla strada del ritorno facciamo attenzione a non invenstire le volpi che scorgiamo al nostro passaggio. Arrestiamo la macchina quando le luci dei fari illuminano un’enorme istrice che si trova nel centro della strada. Lui ci osserva e, poi, dopo un attimo di esitazione, si allontana camminando lentamente alla destra della nostra autovettura.
23/7/2017 i laboratori 

I nostri figli ieri sera avevano poposto di partecipare ai laboratori che avevamo visto sul programma e noi non siamo in grado di partecipare a tutte le iniziative che si svolgono a partire dall’alba. Pertanto, dopo aver lasciato l’albergo, arrivati a Aliano e preso il caffè al “Brillo Parlante”, ci dirigiamo verso piazza Panevino per partecipare ai laboratori che sono qui allestiti. Alessandro, Lorenzo e Paola si iscrivono al laboratorio di danza e immagine dei giovani Alessandro Manna e Maria Fonzino. Alessandro è un antropologo originario di Taranto che, insieme a Maria, si è trasferito a Parigi. Alessandro e Maria lavorano da circa due anni ad un progetto sull’immagine e sulla danza e qui animano un workshop di ricerca urbana tra danza, parola e immagine in cui fanno dialogare differenti discipline quali l’antropologia, la danza, l’immagine, lo studio del paesaggio. Alessandro si occupa di immagine e insieme ai suoi allievi del laboratorio ritrae paesaggi e persone mentre Maria si interessa di danza e coinvolge Paola e altre signore nella composizione di alcuni passi di danza nello spazio pubblico. 

Mentre la famiglia segue i corsi al laboratorio io mi dirigo verso l’auditorium per ascoltare la conferenza di Isaia Sales, politico e saggista, che traccia una lucida disamina sulle origini della corruzione, male endemico non solo del sud Italia. Viene effettuata un’efficace analisi delle cause sociali e economiche che favoriscono il fenomeno della corruzione e delle mafie lasciando che il pubblico rifletta sulle possibili leve su cui agire per contenerle. Seguono domande a cui l’oratore risponde puntualmente.

Girovaghiamo per il centro storico mentre sono in atto laboratori di cinema, laboratori di ceramica, di scultura, di oreficeria, yoga, esibizioni di canto e ballo popolare e di danza contemporanea. Aquistiamo i prodotti tipici e chiacchieriamo con persone che abbiamo conosciuto durante il festival. Così arriviamo alla “controra” che è il momento del riposo e dei sonnellini dopo i pranzi degustati al scacco o in una delle tre trattorie locali.

Ritemprati mentre Alessandro riprende il laboratorio di fotografia, visitiamo le istallazioni e le mostre allestite nelle case e nei luoghi del centro storico. Infine arrivati al teatro all’aperto. Una sosta per ascoltare un musicista che virtuosamente suona al tramonto nello scenario del teatro all’aperto e poi assistiamo alle prove dei cantori di carpino che suoneranno in serata musiche popolari.

Dobbiamo partire siamo dispiaciuti di non essere qui nei prossimi due giorni ma torneremo sicuramente a Aliano e alla prossima edizione del festival.
Piccoli consigli

Dove soggiornare 

Se decidere di visitare il festival e di soggiornare sul posto è utile rivolgersi al comitato organizzatore che vi aiuterà a contattare le strutture disponibili ma bisogna farlo con largo anticipo.

Se optate per soggiornare in tenda o di utilizzare il camper o la roulotte dovete contattare sempre l’organizzazione del festival in quanto la cittadina è piccola e si sviluppa sul crinale di un rilevo montuoso in mezzo ai calanchi e non è scontato trovare spazi adeguati. 

Se scegliete di soggiornare nei paesi intorno ad Aliano ricordatevi di tenere in considerazione che gli stessi sono collegati da provinciali che sono particolarmente tortuose in quanto percorrono i lati dei rilievi e che le strade di notte non sono illuminate.
Premessa

Su segnalazione di un amico lucano, conosciuto durante una cena milanese di fine luglio, ho visitato la sesta edizione del festival della luna e i calanchi che si svolge ad Aliano in provincia di Matera fra il 22 e il 25 agosto. 

E’ possibile documentarsi sul festival, ideato e diretto da Franco Arminio, sul sito www.lalunaeicalanchi.it dove, oltre al programma, si trovano alcune informazioni logistiche necessarie per organizzare il proprio soggiorno.

Il festival, come si legge sul sito, “è stato concepito non come punto di arrivo, ma piuttosto come punto di partenza; una formula da riempire di contesti con proposte, suggerimenti, eventi che possano dare slancio all’economia ambientale e paesistica esaltando la natura ed i contenuti in essa nascosti. Il crescente elevato interesse di turisti nel visitare e soggiornare in aree protette, contribuisce notevolmente al rilancio dell’economia delle popolazioni locali, creando un flusso di ritorno economico che si espande naturalmente ai paesi limitrofi ed alle regioni confinanti.”

Il titolo del festival parla di luna e di calanchi. Il riferimento alla luna suggerisce il fatto che una parte della manifestazione si svolge dal calare del sole fino al primo mattino quando l’arsura del solleone lascia spazio a fresche brezze e i silenzi della notte si riempiono delle voci dei poeti e delle melodie dei musicisti che accorrono ad animare questi luoghi. Il termine calanchi, invece, indica “quei fenomeni geomorfologici di erosione del terreno che si producono per l’effetto di dilavamento delle acque su rocce argillose degradate, con scarsa copertura vegetale e quindi poco protette dal fenomeno del ruscellamento”. I Calanchi caratterizzano il territorio di Aliano e sono “talmente interessanti ed estesi, da costituire … attualmente un forte richiamo per gli studiosi … Il visitatore che si dirige verso il paese, dopo aver attraversato le ampie valli dei campi coltivati lungo i fiumi Agri e Sauro, all’improvviso inizia a scorgere in lontananza un orizzonte insolito, bianco, quasi irreale …sono (proprio) le gole profonde dei calanchi plasmate dal vento e scolpite dall’acqua.”
L’organizzazione del viaggio

Io e mia moglie Paola decidiamo di partecipare con i nostri due figli; Alessandro di 18 anni e Lorenzo di 13 anni. Quando consultiamo il programma ci rendiamo conto che non potremo essere presenti il 24 e il 25 per precedenti impegni. Pertanto assisteremo alla cerimonia di apertura che si terrà proprio il 22 agosto e seguiremo il festival fino alla tarda serata del 23 quando dovremo lasciare Aliano per tornare a casa. Abbiamo ancora qualche dubbio sul gradimento dell’esperienza da parte dei nostri figli.

E’ oramai quasi la metà del mese di agosto e dobbiamo trovare un posto dove pernottare. Ci affidiamo ad Intenet e ai suggerimenti dell’amico milanese-lucano. Dopo una ricerca abbastanza semplice iniziamo un pellegegrinaggio telefonico fra le strutture presenti ad Aliano e nei dintorni ma le disponibilità sono esaurite. Alla fine troviamo l’albergo “il Gattopardo” a Sant’Arcangelo, una cittadina vicinissima ad Aliano che fortunatamente ci conferma la disponibilità per una quadrupla proprio per la notte del 22/8. Se avessimo voluto soggiornare qualche giorno in più non avremmo potuto perché anche qui è tutto esaurito.

22/8/2017 il viaggio, l’inaugurazione del festival

Il viaggio

Partiamo alle 11.00 circa del 22/8 poiché tutti noi abbiamo inspiegabilmente qualche ultimo impegno da sbrigare prima di partire e nessuno si vuole svegliare presto (ad eccezione di Paola). 

Da Bari, dove ci troviamo, percorriamo in macchina il tratto Bari-Taranto dell’autostrada A4, poi imbocchiamo la Statale Ionica 106 in direzione Reggio Calabria che percorriamo fino a Policoro. Arrivati a Policoro, prendiamo la statale 598 di fondo Val D’Agri sulla quale si trova lo svincolo per Aliano. Il tempo di percorrenza è di due ore circa.

Prima di recarci ad Aliano deviamo per Sant’ Arcangelo dove si trova l’albergo che abbiamo prenotato. Lasciate le valigie, ripartiamo per il festival. Sulla strada decidiamo di fare una sosta per visitare il complesso monastico di S. Maria d’Orsoleo. Il convento, edificato sulla collina di Orsoleo in epoca francescana a partire dal 1474, era un centro di cultura, di educazione e di studio. Il paesaggio collinare punteggiato da grandi alberi di noce è silenzioso e particolarmente tranquillo. L’unica presenza umana, oltre a noi, e’ un pastore in compagnia del suo gregge.

Non riusciamo a visitare il complesso monastico e neppure il museo scenografico perché entrambi sono aperti solo il fine settimana o eventualmente su prenotazione. La giornata successiva cercheremo di telefonare al numero pubblicizzato sulle locandine nei bar del comune di Aliano ma senza poter parlare con nessuno.

Approfittiamo del momento, prima di ripartire per Aliano, per goderci l’aria pulita, la vista incantevole, la temperatura, la brezza che si insinua tra le colline ed il silenzio di questo luogo magico dove il tempo sembra essersi fermato all’epoca dell’edificazione del convento.

Aliano

Arrivati ad Aliano, parcheggiamo la macchina in uno spiazzo che si trova prima del ponte di accesso al paese e sulla provinciale Aliano-Alianello. A piedi entriamo nel paese visitando i luoghi nello stesso ordine con cui gli incontriamo. Sul lato sinistro della provinciale, che si insinua nel cuore della cittadina, si trova la casa dello scrittore-pittore Carlo Levi che fu destinato al confino in questi luoghi e che qui chiese di farsi seppellire. Poi sulla destra della provinciale visitiamo un complesso di alcune antiche case che ora, ristrutturate, costituiscono l’auditorium che, a sua volta, si affaccia su uno scenografico teatro all’aperto. Il teatro ha come fondale il paesaggio dei calanchi e delle colline che si distendono intorno al paese.

Salendo ancora arriviamo in Piazza Garibaldi che troviamo alla desta della provinciale. Man mano che procediamo verso il centro del paese e man mano che il tempo trascorre, l’abitato incomincia ad animarsi con la presenza degli artisti che si apprestano ad allestire le loro opere e i luoghi dove si esibiranno, degli organizzatori e delle persone dello staff, dei commercianti che montano i loro stands e dei cittadini del luogo che, dopo il riposo pomeridiano, sono intenti ad osservare il fermento inusuale del loro paese.

Come noi si aggirano tanti visitatori venuti fin qui per godere di questa quattro giorni di eventi non stop. I giovani sono molti. Alcuni, con passo spedito, si dirigono verso i luoghi destinati al campeggio. Altri hanno zaini e sacchi a pelo, altri le tende da campeggio. I nostri figli si rincuorano. Ci sono anche persone adulte e altre decisamente più avanti con gli anni, alcuni come noi in compagnia dei figli, molti esibiscono delle costose reflex digitali e ritraggono il paesaggio. Conosceremo alcune di queste persone nel corso del nostro breve soggiorno.

La provinciale, che salendo verso il paese delimita su un lato la piazza Garibaldi, permette di affacciarsi sui calanchi e sugli orridi che lo caratterizzano. Lo spettacolo è mozzafiato. Qualcuno con un drone sta facendo delle riprese dall’alto, molti con i cellulari e gli smartphone portano a casa un ricordo di un paesaggio unico.

Ci addentriamo in Piazza Garibaldi, dove si trova il comune e alcuni tecnici stanno allestendo un palco dove nelle prossime serate si esibilirano i musicisti, ci perdiamo nelle stradine del paese cercando Piazza Panevino dove si svolgerà alle 18.00 circa l’apertura del festival.

Il festival

Arriviamo in Piazza Panevino verso le 17.30. Incomtriamo Emar Orante sulla soglia del locale in cui e’ allestito il progetto “nuvola di percore” allestita da Vito Maiellari. Lui viene da Altamura ed è un artista cantastorie che lavora prevalentemente presso la masseria Jesce e con l’associazione Ferula Ferita. Emar (non ci rivela la sua. Era identità) racconta delle sue iniziative a favore della salvaguardia dei luoghi dove viene ancora esercitata la pastorizia e delle ansie causate da una modernità che non rispetta l’uomo, del potenziale inespresso dei territori rurali. Ci invita ad entrare a piedi scalzi e a percorrere la nuvola di pecore e a raggiungerlo in futuro presso la masseria Jesce.

Lasciamo Emar e ci sediamo per terra accanto ad altre persone che stanno aspettando Franco Arminio e le autorità per il discorso di apertura del festival. Nell’attesa tre musicisti si stanno esibendo. Una musicisita pugliese, una musicisita napoletana e Rino Locantore, un musicisita lucano. Cantano canzoni delle loro terre (e non solo) accompagnati dal suono della chitarra e della cumba cumba, uno strumento di cui potremo apprendere la tecnica di realizzazione durante i laboratori che si svolgeranno nel corso del festival e a cui i visitatori potranno gratuitamente accedere.

In un clima clima informale Franco Arminio e il sindaco di Aliano ci introducono alle giornate del festival spiegando il senso dell’iniziativa ed il programma. Fra di noi ci sono person che provengono dalla Puglia, dalla Lucania ma anche dalla Lombardia, dall’Emilia e Romanga dal Trentino e perfino dalla Svizzera e dal Regno Unito.

La presentazione è “poeticizzata” dall’ingresso di Claudia Fabris con il suo progetto che viene da lei definito come “cameriera di poesia”. La Poetessa distribuisce delle definizioni poetiche estratte da Piccolo Vocabolario Poetico che sta scrivendo dall’autunno 2012(così come si legge consultando il suo profilo facebook) e chiede a Franco Arminio, al sindaco e alle autorità intervenute di estrarre da un contenitore un biglietto contene una definizione poetica che poi reciterà pubblicamente. L’artista nel corso della serata continuerà la performance distribuendo le sue definizioni poetiche ai visitatori.

Ci spostiamo poi all’auditorium per assistere al monologo di Ulderico Pesce “FIAT sul collo: la rivolta degli operai di Melfi” che con un esemplare pezzo di teatro civile drammatizza la storia della rivolta degli operai di Melfi avvenuta il 25 e il 26 aprile del 2004.

Dopo una sosta per mangiare verso le 21 presso la Taverna della contadina Sisina torniamo in piazza Garibaldi dove troviamo una nutrita folla che ascolta il concerto di Antonio Infantino e i suoi tarantolati che si esibiscono sul palco allestito sulla piazza in una performance scatenata. Quattro percussionisti, un chitarrista ed una ballerina incantano la folla al ritmo della Taranta.

Terminata l’esibizione a mezzanotte circa, ci spostiamo presso auditorium dei calanchi e assistiamo alla performance di due musicisti, Carmine Ioanna alla fisarmonica da Ponte Romito e Luca Roseto al sax da Cettinari. I brani che interpretano sono tratti dalla raccolta intitolata Irpinia.

Il paese e in pieno fermento con concerti e interventi poetici ma noi decidiamo di rientrare in albergo a Sant’Arcangelo. Sulla strada del ritorno facciamo attenzione a non invenstire le volpi che scorgiamo al nostro passaggio. Arrestiamo la macchina quando le luci dei fari illuminano un’enorme istrice che si trova nel centro della strada. Lui ci osserva e, poi, dopo un attimo di esitazione, si allontana camminando lentamente alla destra della nostra autovettura.
23/7/2017 i laboratori 

I nostri figli ieri sera avevano poposto di partecipare ai laboratori che avevamo visto sul programma e noi non siamo in grado di partecipare a tutte le iniziative che si svolgono a partire dall’alba. Pertanto, dopo aver lasciato l’albergo, arrivati a Aliano e preso il caffè al “Brillo Parlante”, ci dirigiamo verso piazza Panevino per partecipare ai laboratori che sono qui allestiti. Alessandro, Lorenzo e Paola si iscrivono al laboratorio di danza e immagine dei giovani Alessandro Manna e Maria Fonzino. Alessandro è un antropologo originario di Taranto che, insieme a Maria, si è trasferito a Parigi. Alessandro e Maria lavorano da circa due anni ad un progetto sull’immagine e sulla danza e qui animano un workshop di ricerca urbana tra danza, parola e immagine in cui fanno dialogare differenti discipline quali l’antropologia, la danza, l’immagine, lo studio del paesaggio. Alessandro si occupa di immagine e insieme ai suoi allievi del laboratorio ritrae paesaggi e persone mentre Maria si interessa di danza e coinvolge Paola e altre signore nella composizione di alcuni passi di danza nello spazio pubblico. 

Mentre la famiglia segue i corsi al laboratorio io mi dirigo verso l’auditorium per ascoltare la conferenza di Isaia Sales, politico e saggista, che traccia una lucida disamina sulle origini della corruzione, male endemico non solo del sud Italia. Viene effettuata un’efficace analisi delle cause sociali e economiche che favoriscono il fenomeno della corruzione e delle mafie lasciando che il pubblico rifletta sulle possibili leve su cui agire per contenerle. Seguono domande a cui l’oratore risponde puntualmente.

Girovaghiamo per il centro storico mentre sono in atto laboratori di cinema, laboratori di ceramica, di scultura, di oreficeria, yoga, esibizioni di canto e ballo popolare e di danza contemporanea. Aquistiamo i prodotti tipici e chiacchieriamo con persone che abbiamo conosciuto durante il festival. Così arriviamo alla “controra” che è il momento del riposo e dei sonnellini dopo i pranzi degustati al scacco o in una delle tre trattorie locali.

Ritemprati mentre Alessandro riprende il laboratorio di fotografia, visitiamo le istallazioni e le mostre allestite nelle case e nei luoghi del centro storico. Infine arrivati al teatro all’aperto. Una sosta per ascoltare un musicista che virtuosamente suona al tramonto nello scenario del teatro all’aperto e poi assistiamo alle prove dei cantori di carpino che suoneranno in serata musiche popolari.

Dobbiamo partire siamo dispiaciuti di non essere qui nei prossimi due giorni ma torneremo sicuramente a Aliano e alla prossima edizione del festival.
Piccoli consigli

Dove soggiornare 

Se decidere di visitare il festival e di soggiornare sul posto è utile rivolgersi al comitato organizzatore che vi aiuterà a contattare le strutture disponibili ma bisogna farlo con largo anticipo.

Se optate per soggiornare in tenda o di utilizzare il camper o la roulotte dovete contattare sempre l’organizzazione del festival in quanto la cittadina è piccola e si sviluppa sul crinale di un rilevo montuoso in mezzo ai calanchi e non è scontato trovare spazi adeguati. 

Se scegliete di soggiornare nei paesi intorno ad Aliano ricordatevi di tenere in considerazione che gli stessi sono collegati da provinciali che sono particolarmente tortuose in quanto percorrono i lati dei rilievi e che le strade di notte non sono illuminate.

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