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Musicastella , Gravina in Puglia, Masseria Recupa di Scardinale, 15 luglio 2017

Le stelle, Giove e Saturno e la stessa Luna si sono celate dietro una spessa coltre di nubi nella notte del 15 luglio facendo dispetto al gruppo di 36 persone che si sono incontrate in masseria proprio per l’osservazione del cielo e l’ascolto della buona musica.

Solo l’insistenza del gruppo e la pazienza di Vincenzo Coppa, astrofilo barese, ha consentito l’osservazione di Saturno e dei suoi anelli e di altri corpi celesti.

Abbiamo potuto poi ascoltare le note jazz di un giovane trio barese composto da Aldo di Caterino al flauto traverso, Bruno Montrone alle tastiere e Nicolò Fanelli alla chitarra fino a note fonda.

Chi ha avuto la costanza di rimanere con noi oltre la mezzanotte ha potuto godere dell’appassionata performance del giovane trio “The jazz trio”.

Questa serata è stata l’occasione per celebrare i bellissimi cieli che si possono osservare in questi territori.

L’assenza dell’inquinamento luminoso, ne permette infatti la contemplazione ed è una delle inaspettate e bellissime risorse di questa regione che si sposa con la poesia del paesaggio rurale.

Questa serata è stata l’occasione per riflettere sul rischio dell’inquinamento luminoso dei cieli , di quelli in cui incorre il territorio e sull’attenzione che la comunità dovrebbe mostrare quando agisce intervenendo sulla natura modificandola.

Dobbiamo essere maggiormente consapevoli dei rischi in cui, sul medio lungo termine, la comunità e il singolo si imbatte quando, seppure con fini lodevoli,:

• si insediano centrali produttrici di energia pulita quali i parchi eolici,

• l’attività agricola modifica il territorio attraverso l’uso intensivo di tecniche di sfruttamento.

Questo atteggiamento permetterà di:

• evitare i costi che questi rischi generano in termine di perdite del suolo (a causa dei sempre più frequenti smottamenti) che causano perdite economiche per i singoli operatori in termini di i mancati guadagni e per la comunità in termini di compromissione delle reti di comunicazione e delle città,

• generare opportunità di sviluppo legate alla valorizzazione del territorio e delle coltivazioni autoctone e rispettose dell’ambiente.

Di questa cecità del singolo e delle comunità che, attratte dal raggiungimento di un profitto immediato, incorrono in una perdita (anche e non solo economica) sul medio termine, abbiamo parlato con Peter Ernest Wigand, professore della University of Nevada e della California State University che in questi giorni è a Gravina per studiare lo smottamento dei territori che si trovano in questa zona e che sono dovuti proprio al ricorso alle attuali tecniche agricole.

Ernest che si occupa delle ricerche sul paleoambientalismo ha spiegato che la soluzione può essere ricercata nelle scelte fatte dai nostri avi e delle tecniche da loro utilizzate (naturalmente riviste alla luce delle nostre attuali conoscenze). Gli antichi abitanti della zona coltivavano tre tipi differenti di cereali per differenziare i rischi e minimizzare le perdite. La stessa situazione (attuale e passata) è stata osservata in alcune regioni della Spagna e dell’IRAN così come ha testimoniato la giovane studentessa di Teheran che accompagna in questi studi Erenest.

La ricchezza di questi studi e la piacevolezza della serata verrà sicuramente ripetuta per aumentare le possibilità di dialogo e conoscenza.

Alla prossima

Vincenzo​

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